attenzione

per una visione ottimale del sito
si consiglia di utilizzare
:Mozilla Firefox,Opera
si sconsiglia:Explorer,Google Chrome,Safari

prima di iniziare...


Se voi signorine visiterete questo blog, e se sopravviverete alla lettura delle recensioni, sarete un'arma, sarete dispensatori di morte, e pregherete per leggerne di nuove!
Ma fino a quel giorno siete uno sputo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo!
Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta me*da. Dato che sono un duro non mi aspetto di piacervi, ma più mi odierete, più imparerete.
Io sono un duro però sono giusto: qui non si fanno distinzioni razziali. Qui si rispetta gentaglia come ne*ri, ebrei, italiani o messicani!
Qui vige l'eguaglianza: non conta un ca**o nessuno.
I miei ordini sono di scremare tutti quelli che non hanno le palle necessarie per visitare il mio beneamato blog! Capito bene luridissimi vermi???

(piccola citazione,rivisitata per l'occasione,del Sergente Hartman...se non sapete nemmeno di chi sto parlando,probabilmente questo blog non fa per voi)

lunedì 14 settembre 2009

IL DIVO

recensione di Edoardo T.
8.6

La storia di Giulio Andreotti, concentrata nel lasso di tempo che va dal suo settimo ed ultimo governo, nei primissimi anni ’90, fino al processo che lo vedrà imputato e condannato per Mafia (Andreotti è stato assolto per i reati antecedenti al 1980, ma condannato per quelli precedenti. La pena è poi caduta per prescrizione).

Sorrentino affresca senza paura la vita, focalizzando gli ultimi anni del potere, del più discusso e controverso politico della storia italiana, cosa questa non facile nel nostro paese.

Ne viene fuori un quasi-capolavoro, un excursus senza soste nei meandri del palazzo e del suo Re, un monarca invisibile, astuto e sempre decisivo nel bene e nel male del paese e anche per questo non facilmente permeabile.

C’è tutto e di più: la corrente andreottiana della DC con Cirino Pomicino, emblema della malapolitica anni ’80-90’, e gli altri personaggi ambigui a dir poco; Aldo Moro; i rapporti con la mafia; Salvo Lima e Pecorella; le stragi ed il totalitarismo del potere andreottiano e via via tutti gli avvenimenti che hanno visto Andreotti come protagonista.

Il regista è affascinato dal personaggio, si vede, e proprio per questo lo svuota lasciandoli il cinismo inconfondibile, a tratti spaventoso, e l’incredibile lucidità ed astuzia che hanno contraddistinto il carattere dell’ex DC. Ma quella che viene fuori non è una banale caricatura, ma piuttosto una corretta esagerazione di un divo. Anzi del Divo.

Da evidenziare la prestazione di Tony Servillo, il cui unico aggettivo a disposizione è perfetto.

Troppe per essere citate le scene degne di nota. Ne scegliamo tre a caso: l’inzio con la canzone “Toop Toop” di Cassisus sottofondo delle presunte vittime del potere Andreottiano, l’intervista con Scalfari e i dialoghi con la moglie.

Per sapere perché in Italia “tutto va male”, vedere questo film.

Per passare due ore di grande cinema, vedere questo film.

Premio della giuria a Cannes 2008.


recensione di Edoardo T.


Nessun commento: